Donne di questa terra, di un tempo nuovo.
Non angeli, né simboli, né ministri di un moderno culto del dimorfismo e della diversità.
Presenze. Corpi.
A dimostrare quanto le donne possano segnare il mondo, anche quello che le forza e ne viola l'essere profondo.
Uno sguardo sull'essenza femminile, solida e resistente pure in una quotidianità che avvilisce e sfianca e può
far male;uno sguardo che non indulge in sorellanza fine a se stessa,
non si crogiola in visioni univoche del mondo femminile.
Corpi che sanno di giocare una partita importante nel presente, bello o brutto che sia,
e lo fanno ai limiti delle possibilità.
Ed il ricamo, quello sì marchio esclusivo di creatività femminile,
diventa il racconto tra un universo antico e la contemporaneità.
Le mani femminili ricamano da sempre.
Nelle lunghe ore di lavoro per la dote, punto dopo punto, in un'incessante seri di gesti sempre uguali,
le mani delle donne sapevano creare dal nulla i simboli di un'appartenenza. Nella trama, attraverso ago e filo,
l'essere si affermava. Il mondo femminile usciva allo scoperto, e generava altri mondi, altre cosmogonie.
Era la rivendicazione di un potere creativo, che sapeva andare oltre le caratteristiche genetiche,
oltre le fredde logiche di sopravvivenza.
Creazione "gratuita", pura comunicazione,
concentrato di valenze sovversive in un mondo in cui solamente gli uomini erano titolati a dire.
Oggi come allora il ricamo scandisce lo spazio ed afferma una volta di più il proprio ruolo portatore di senso.
L'ago trafigge la tela, ed i gesti minimi,
ripetitivi, cadenzati di una ritualità dal sapore quasi orientale aggiungono valore alle immagini, ne intersecano i significati, ne modificano i livelli di lettura.
ln una sequenza di ripetizioni a dare struttura.
Ossessione ad incidere e modulare lo spazio della tela.